In collaborazione con Corrado Fontana, giornalista di Valori.it
«Il nostro sogno è quello di creare una sorta di villaggio di comunità aperto al territorio in cui accompagnare i nostri figli fragili verso un futuro che sia sereno il più possibile, per quando non ci saremo più»: in queste parole di Luciano Scotuzzi, presidente dell’associazione milanese SON – Speranza Oltre Noi (ma l’acronimo significa anche “figlio”, in inglese), troviamo la semplicità e l’urgenza del desiderio di qualsiasi genitore di persona con disabilità. Un pensiero che questa volta è però approdato lontano. E si è tradotto prima nella volontà condivisa da quattro famiglie con figli disabili e ora si sta trasformando in una realtà molto concreta, fatta di calce, mattoni e idee di coesione sociale.
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Queste istanze – anche grazie alla guida esperta e partecipe del vicepresidente di SON, don Virginio Colmegna – hanno dato vita a una riflessione nel 2017 e sono diventate il cantiere edile e solidale del progetto Abitiamo il futuro, dove i lavori sono materialmente iniziati a novembre 2020. Spiega Scotuzzi: «Stiamo costruendo degli appartamenti in cui andremo a vivere noi, famiglie di persone con disabilità, e i nostri figli fragili. Si tratta di tre coppie di appartamenti in cui quello dei genitori e quello del figlio/della figlia sono indipendenti ma vicini. Questo perché vogliamo sviluppare le risorse necessarie per raggiungere la massima autonomia possibile, e nel farlo saremo affiancati anche da operatori ed educatori».
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L’opera è ambiziosa e, iniziata con demolizioni e bonifica dei terreni, si sta realizzando sulla base di una vecchia cascina nel quartiere Adriano di Milano. Degli antichi edifici è rimasta solo la casa colonica, che verrà ristrutturata, e la consegna è prevista nel primo trimestre del 2022, quando il complesso includerà anche un appartamento attrezzato con sistemi domotici a disposizione per accogliere e allenare all’indipendenza persone con disabilità di tipo motorio inviate dai servizi sociali territoriali in convenzione. Inoltre vi sarà un appartamento con 5 o 6 posti letto che sarà destinato ad “accoglienze di sollievo” per altri soggetti fragili per periodi di tempo limitati, venendo così in aiuto a famiglie in stato di necessità. Infine verrà inclusa una sala polivalente aperta alle iniziative diurne, adatta per svolgere laboratori per persone con disabilità e creare percorsi di crescita condivisi, ma anche aperta alle iniziative (conferenze, incontri…) organizzate dal municipio 2. L’obbiettivo è infatti che Abitiamo il futuro diventi uno spazio integrato nella comunità.
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La Cascina si trova a circa 500 metri dalla Casa della Carità di don Colmegna e conta su numerosi soggetti donatori e promotori, ma continua ad aver bisogno di un grande sostegno. Fin dalle fasi iniziali ha avuto anche quello di Banca Etica, che ne è diventata partner finanziario di riferimento. Nicola Brugnatelli, responsabile della filiale milanese, riconosce infatti all’impresa estrema complessità ma anche un alto tasso d’innovazione, e per questo SON ha beneficiato di linee di credito ad hoc e oggi si avvale di un mutuo attivo per la ristrutturazione.
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Scotuzzi ci tiene però a precisare che la chiave di questa collaborazione positiva è sì nelle condizioni economiche del credito ottenuto, più favorevoli (ben cinque anni in più di mutuo e agevolazioni sulle spese) rispetto a quelle proposte da altre banche consultate, ma va ben oltre. «Da Banca Etica ci sono venuti incontro – conclude il presidente di SON – proprio confidando nella bontà del progetto e sulla sua riuscita. Ho avuto modo di constatare la veridicità di quanto mi disse l’amico che ci indirizzò da loro, secondo cui “la differenza la fanno le persone”. E infatti qui ho trovato uno staff, dal responsabile d’agenzia alla persona che segue direttamente le nostre necessità, con ampia disponibilità e vicinanza, e la volontà di risolvere i problemi. C’è una relazione che non è solo commerciale, bensì ci conforta e ci agevola, un rapporto di amore, di interesse verso Abitiamo il futuro».
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